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Il compleanno di Udine, capitale del Friuli storico

Il 13 settembre ricorre un anniversario molto speciale per la città di Udine, che da 802 vive “un modo di essere friulani tutto particolare“.

13 settembre 2001 il movimento culturale civico-universitario Academie dal Friûl – Fogolâr Civic, guidato dal prof. Alberto Travain, inaugurò a Udine, in quella ricorrenza, le celebrazioni popolari spontanee del “Compleanno della Città”, che si rinnovarono di anno in anno, divenendo costume e punto d’orgoglio di una cittadinanza.

L’ARLeF si unisce alle celebrazioni di questo anniversario, ricordandolo come un momento chiave per l’identità di un intero popolo e di uno spazio di civiltà al crocevia dell’Europa.

Tra il Castello e la Villa di Udine, ossia tra fossato e mura castellane, il 13 settembre 1223, il patriarca di Aquileia Bertoldo di Andechs istituì il Mercato che divenne il nucleo della Città odierna, inglobando nel tempo le località vicine: prima fra tutte la Villa omonima; poi, nel Trecento, anche le cosiddette Superiore, Inferiore, Grazzano e Pracchiuso; nell’Ottocento fu la volta di Beivars, Chiavris, Cussignacco, Godia, Paderno-Vât e San Bernardo.

Dagli ultimi studi, la località di Udine sembrerebbe avere almeno tremila anni, eppure, in termini giuspolitici, dovette impostare il suo processo urbano solamente a partire da quel 13 settembre in cui detto patriarca Bertoldo vi costituì un fulcro cittadino, vaticinandone, fors’anche già, un futuro da erede del ruolo di Aquileia nel quadro della Mitteleuropa. Dopo la Pace di Caporiacco del 1221, seguita a rivolta feudale gravissima, il presule-monarca, nella speranza di contenere la nobiltà ribelle, accreditò un Parlamento friulano – il primo in Europa altamente autorevole e socialmente rappresentativo – includendovi anche la borghesia, auspicata alleata, che favorì pure certo attraverso la fondazione della città-mercato udinese, subito ampliata e persino “gemellata” con l’antica metropoli di Aquileia oltreché dotata di governo autonomo in condominio di sovranità e vuolsi di costituzione rionale. Nobile bavarese, eminente prelato, addirittura parente di re di Francia e Ungheria, Bertoldo, patriarca- principe di un’Aquileia davvero autorevole tra Italia, Austria, Croazia e Slovenia dei giorni nostri, ebbe presto ad accogliere in quella sua Udine – che avrebbe cercato di potenziare anche in campo ecclesiastico oltreché economico e certo politico – l’amico imperatore romano-germanico Federico “Stupor Mundi”!

Gustosa leggenda vuole quel patriarca anche padre friulano del Tokaij ungherese, dono del presule aquileiense al nipote Bela, sovrano magiaro. Sulla tomba del grande Bertoldo, all’ingresso della Basilica di Aquileia, dove inciampò e cadde il giorno stesso del suo insediamento, lo ricorda una targa, ivi collocata dai suoi corregionali della Baviera, ed, in questi anni, anche una coccarda, con i colori di Udine, dono di libera iniziativa civista…

Questa la leggenda del patriarca ghibellino passato ai Guelfi, nel cuore d’Europa, per cautelarsi da certi alleati ancora più infidi degli avversari. Questa la leggenda del fondatore urbano udinese oltreché dello stesso Parlamento friulano. Da essa stessa deriva la città di Udine, crogiolo latino, germanico e slavo nel solco glorioso di “Aquileia Mater” e di Giulio Cesare, padre archetipo di un “Forum Iulii” compendio europeo. Udine, ossia il più potente ed intraprendente Comune urbano all’interno di una Patria del Friuli feudale, inquieta frontiera di civiltà, sistemi di governo ed istanze sociali: una vicenda appassionante cui senza dubbio quel 13 settembre impresse una svolta significativa, assicurando ai friulani, nel bene e nel male, un nuovo e disinvolto interlocutore nella loro storia, anche con stagioni precoci di democrazia e partecipazione che parlano all’oggi.

(Approfondimento a cura del prof A. Travain)



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